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Purtroppo era finita l'estate.

Martina lo capiva dalle rondini che tutti i giorni venivano a chiacchierare sul filo della luce.

Tra loro doveva esserci anche la sua amica, quella che ogni anno tornava a farle visita rioccupando il solito nido che si era costruita sotto il tetto del magazzino del nonno.

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Le rondini ogni anno si ritrovavano su quel filo, qualche giorno prima di migrare, come se dovessero prendere accordi per il viaggio.

Ognuna diceva la sua, e dagli strilli che facevano sembrava che ciascuna volesse avere ragione sulle altre. Ma alla fine partivano tutte insieme, ordinate, quindi evidentemente arrivavano sempre ad una qualche intesa.

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Martina si era chiesta come facessero le rondini a trovare sempre un accordo tra di loro.

Gli uomini non sembravano riuscirci nemmeno per le piccole cose. Figuriamoci per quelle importanti!

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Lo sapeva bene lei che sentiva sempre i vicini litigare e urlare per delle stupidate.

Le avevano detto che per imparare a dialogare, loro andavano tutte le settimane da una specie di dottore. Ma visti i risultati, pensò Martina, forse sarebbe stato più utile per loro imparare dalle rondini!

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Martina era innamorata degli uccelli.

Si era appassionata al loro mondo la prima volta che aveva visto degli storni volare. Era nella macchina con i suoi genitori, bloccata dal traffico, quando si accorse che nel cielo c’erano delle figure in continua e rapida evoluzione, tanto belle da fare invidia al migliore coreografo.

Da allora non aveva più smesso di guardare il cielo ..

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Ma quel giorno di fine estate Martina era dispiaciuta.

Non solo perché era finito il periodo del mare, del sole, dei giochi in cortile, ma anche perché avrebbe dovuto aspettare tutto l'inverno per rivedere la sua amica. E chissà se ci sarebbe stata ancora l'anno successivo.

Il papà le aveva detto che a volte le rondini non tornano più.

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La rondine era arrivata con i primi raggi tiepidi della primavera.

Martina l'aveva vista sistemarsi il nido lasciato incustodito per mesi, aveva assistito ai volteggi che precedono il fidanzamento, aveva curiosato per cercare di scorgere le testine dei suoi cuccioli spuntare dal nido in cerca della mamma, ed ogni giorno la osservava volare frenetica in cerca di cibo per i piccoli.

E tra poco l'avrebbe vista andarsene.

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Quella mattina Martina aveva in programma una visita con la famiglia ad un'oasi protetta, dove ci sarebbe stata la liberazione di una poiana trovata ferita, che era stata curata e che ora era pronta per tornarsene a casa.

Salutò la sua piccola amica e si andò a preparare per la gita.

All'oasi la bimba vide la poiana prendere il volo ed allontanarsi. Si era messa subito a volteggiare in cerca di cibo, apparentemente dimentica dei suoi giorni in gabbia.

Sembrava che non si rendesse conto che le era stata salvata la vita o forse la cosa non le interessava proprio, come se la morte in fondo non fosse una cosa così importante.

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Martina la seguì con il cannocchiale fino a che non la vide diventare un puntino lontano.

La poiana stava tornando alla sua valle e alla sua casa senza che nessuno le avesse indicato la strada da fare.

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Quando Martina tornò a casa c'era ancora il sole. Corse a vedere se le rondini erano ancora sul filo.

Le parve che la sua amica la guardasse e la riconoscesse e questo la rese felice.

Anche ora che si avvicinava la partenza, le rondini sembravano tranquille, per niente preoccupate del lungo viaggio che avrebbero dovuto affrontare.

Eppure alcune non sarebbero nemmeno arrivate a destinazione per lo sfinimento.

Martina si disse che loro non dovevano pensarci proprio alla fatica e al pericolo della traversata. La facevano e basta.

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Ecco. Forse era proprio per questo che gli uccelli erano differenti dagli uomini.

Gli animali non pensavano a cosa dovevano affrontare. Sapevano cosa dovevano fare e lo facevano.

Lo facevano e basta.

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Il sole stava per tramontare ed i suoi raggi generosi diffondevano tiepido calore e quiete a tutta la natura. Martina in quel momento pensò che doveva essere bello sentirsi sempre in pace come sembravano essere le sue amiche rondini.

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Chiuse gli occhi. Immaginò di essere una di loro, di avere le ali e potersi levare in volo.

Immaginò di volare tra i fiori, di sentire il vento accarezzarle le piume.

Fu allora che sentì il suo corpo farsi sempre più leggero.

E iniziò a volare ..

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Volò tra gli alberi e poi giù per la valle, sopra una distesa di prati, arrivando fino alla costa. Vide gli ultimi bagnanti della stagione, abbarbicati sugli scogli come se non volessero arrendersi alla fine dell'estate. Incontrò gabbiani che si facevano cullare dall'acqua e barche che rientravano al porto.

Sorvolò il mare, verso l'orizzonte, una distesa ormai quieta, stanca di tutto l'agitare della giornata.

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E mentre volava sentiva sempre più che poteva fondersi con ogni cosa.

Poteva diventare terra, scogli e sabbia. E forse lo era.

Poteva essere vento, nuvole e mare. E forse lo era.

Poteva essere stelle e cielo.

Poteva essere Martina ma anche l'Universo intero.

E senz'altro lo era.

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